Disinfestazione cimici dei letti
Una guida su come debellare le cimici dei letti
Disinfestazione cimici dei letti
Disinfestazione professionale
contro le cimici dei letti
Cimici dei letti: punture, infestazioni ed eliminazione
Come riconoscere una puntura di cimice dei letti?
La puntura in sé non è dolorosa e risulta inavvertita ma pochi minuti dopo nella zona interessata subentra una forte sensazione di prurito e la formazione di una papula assai fastidiosa. I sintomi possono permanere per diversi giorni, anche se la sensibilità allergica è estremamente soggettiva e variabile.
Dove si trova la cimice dei letti e come la riconosco?
E’ un insetto ematofago, che si nutre preferibilmente di sangue umano, anche se può attaccare in caso di bisogno altri mammiferi o uccelli. Sceglie di solito come punti di annidamento le strutture dei letti, le cuciture dei materassi, gli spazi retrostanti, i battiscopa, e più in generale qualsiasi fessura o intercapedine, generalmente il più vicino possibile a posizioni scelte dagli esseri umani per dormire o comunque sostare a lungo.
Foto di una cimice dei letti
Come debellare le cimici dei letti?
- Non farsi prendere dal panico
- Non avere fretta di intervenire
- Evitare azioni "fai da te"
- Non spostare arredi, vestiti, tende, etc. dall’ambiente infestato
- Non gettare nulla di ciò che è presente nel locale colonizzato
- Non andare a dormire in altre stanze
- Affidarsi ad una azienda specializzata in disinfestazioni
In caso di infestazione in corso, si sconsiglia di procedere ad interventi “fai da te”, in quanto è necessario un intervento professionale, possibilmente effettuato da una ditta competente già pratica di questo particolare problema.
Quest’ultimo punto risulta particolarmente importante. Risulta molto facile sottovalutare le infestazioni da cimici, trattandole analogamente ad un banale problema di scarafaggi, mentre si rivela molto più complesso da risolvere.
Intervento di disinfestazione contro le cimici da letto
NUOVA TOPOLIN srl, nello specifico caso di infestazione di cimice dei letti, opera con un protocollo operativo ben definito e riassunto nei seguenti punti:
- Acquisizione di informazioni utili al fine di concentrare l’intervento
- Accurata ispezione dei locali
- Stima dell’infestazione
- Recupero igiene ambientale
- Pianificazione programma di intervento
- Fornitura di informazioni al cliente per una corretta gestione ambientale
- Utilizzo delle tecniche più moderne al fine di poter immediatamente riutilizzare gli ambienti trattati
Sviluppo e riconoscimento della cimice dei letti
La cimice dei letti, “Cimex lectularius”, è da alcuni anni ricomparsa in molti ambienti a causa dell’aumento di viaggi e scambi internazionali, immigrazione e come conseguenza al trasporto passivo di uova, ninfe e adulti per mezzo di bagagli, arredi e indumenti.
Il ciclo di sviluppo può durare da 4-5 giorni con temperatura di 35°C a oltre 10 giorni in caso di temperature attorno o inferiori ai 20°C.
Attacca l’uomo nelle ore notturne pungendo e succhiando il sangue del “donatore”, mentre durante il giorno resta nascosta in luoghi riparati e bui.
Le cimici dei letti generalmente colonizzano le camere da letto in hotel, residence, ostelli, abitazioni private, ospedali, etc.
Ogni femmina di cimice può deporre, in modo scalare, da 200 a 500 uova, in grado di schiudersi in un periodo che può variare, in funzione della temperatura ambiente, tra una settimana circa e un mese o più. Le giovani cimici (neanidi) che escono dalle uova presentano le medesime abitudini alimentari dei genitori, e raggiungono l’età adulta nel giro di pochi mesi (da uno a quattro, sempre in funzione della temperatura).
Si tratta quindi di una specie in grado di sviluppare una forte infestazione nel giro di poco tempo, con scarsa sensibilità ai prodotti insetticidi di uso comune.
Una cimice è tra l’altro in grado di percorrere distanze notevoli per nutrirsi (fino a 30 metri), e può restare a digiuno per periodi notevolmente lunghi, che raggiungono e talora superano i 12 mesi.
Una volta raggiunto l’obiettivo, perforano un punto di pelle esposta, si saziano di sangue e ritornano al riparo, che non necessariamente è quello originale di partenza, ma può esser rappresentato, ad esempio, dai bagagli o dagli abiti della vittima stessa, favorendo la diffusione del contagio.